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La Traccia Settimana Santa

LA TRACCIA – Settimana Santa

Settimana Santa 2020
PER CHIESA UNA CASA

Il Vincitore della morte piega con cura i teli del sepolcro, cucina pani e pesci arrostiti per i discepoli, apre le porte delle case e si siede a tavola, chiama per nome gli uomini e le donne che un giorno aveva risollevato, guarito, perdonato, risponde ai dubbi di Tommaso, cerca l’affetto di Pietro nonostante il tradimento e, non per ultimo, affida il suo annuncio ad una donna, perché neanche di lei può fare a meno. Questo è lo stile di Gesù Risorto, che non va oltre l’umanità, ma la realizza fino in fondo, in tutte le sue sfaccettature, in tutte le sue tonalità, in ogni suo più piccolo particolare.
La chiesa che nasce dalla Pasqua, in obbedienza al suo Signore, ha imparato a diventare il suo Corpo nella storia ricalcando i suoi gesti e le sue parole, la sua imperdibile divina capacità di abitare ogni corda dell’umano. Per questo i primi cristiani celebrano la Pasqua nelle case, senza inventarsi un altro luogo rispetto a quello consueto della loro vita comune, perché così si è mosso Gesù, fin dall’inizio: nessuna distanza sacrale o soprannaturale, ma piena solidarietà con le cose umane, per trasfigurarle, per aprirle ad un senso e ad una profondità che neppure ci immaginiamo.
Non solo, ma ben presto la comunità delle origini impara dallo stile di Gesù che la partecipazione di tutti, senza distinzioni o gerarchie, è il segno reale della sua presenza: il Corpo e il Sangue del Signore Risorto si fanno pane e vino, casa e relazione, cibo e affetto, affinché possano diventare sostegno consistente per la vita. La storia successiva è andata molto diversamente; abbiamo perso questa immediatezza e la liturgia si è trasformata in cerimoniale, perdendo la semplicità di riti che non si inventano le cose, ma riprendono le esperienze più elementari della realtà umana, rileggendole a partire dal vangelo.
Noi oggi, per necessità, ci troviamo in modo paradossale a riscoprire la Pasqua secondo questo stile semplice, originario. E allora non buttiamo via questa possibilità: ci ritroveremo nelle nostre case e i segni rituali della Settimana Santa, proprio perché nati in contesto domestico, sono già pronti davanti a noi, senza doverceli inventare, perché attivino tutta la loro potenza significativa, diventando lo spazio in cui il Risorto stesso, già avvezzo alle lenzuola, alle porte, alle cucine, alla tavola, al pane e al vino, agli affetti e ai saluti, viene ad abitare in mezzo a noi.
Vivendo a stretto contatto con i nostri luoghi di casa, si può vivere il percorso della Settimana Santa attraverso di essi. Protagonista della domenica delle Palme è la porta: Gesù entra a Gerusalemme e successivamente nel cenacolo per mangiare la Pasqua con i suoi discepoli. Il primo giorno del Triduo, dalla sera del giovedì alla sera del venerdì, gli ambienti da sottolineare sono la cucina (ultima cena) e il cortile (Gesù muore fuori dalle strade della città). Il secondo giorno del Triduo, dalla sera del venerdì al pomeriggio del sabato, ci si concentra sulla cantina: nel silenzio del sabato santo, nel buio del sepolcro, qualcosa di grande sta fermentando, chiedendo attesa e capacità di vegliare. Il terzo giorno del Triduo, dalla sera del sabato al pomeriggio della domenica, si vive il passaggio dal caminetto, luogo di veglia e di racconto, alla strada, come luogo luminoso di incontro del Vivente, che ci precede e ci apre il cammino.
Dunque la porta, la cucina, il cortile, la cantina, il caminetto, la strada: nulla da inventare, ma tutto da scoprire, perché questi stessi luoghi, così comuni e così parte della nostra vita quotidiana diventino spazi di preghiera e di condivisione, vera esperienza domestica della nostra fede pasquale.

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