La Traccia

La Traccia Domenica 4 Febbraio

LA TRACCIA – Un pensiero per domenica

Domenica 4 febbraio – 5° del Tempo Ordinario (anno B)
IL VANGELO DEL QUOTIDIANO
(Mc 1, 29-39)

Nell’epoca dei grandi eventi e delle notizie sensazionali, ci fa bene leggere una pagina di vangelo in cui si racconta, dall’inizio alla fine, una giornata normale di Gesù.
Vengono attraversati i luoghi più comuni: la casa, la città, i villaggi, un angolo di silenzio in cui rifugiarsi e, insieme, il vociare della folla. Si vivono relazioni inattese, eppure consuete: ci sono ammalati da guarire e incoraggiare, amici con cui condividere una passione missionaria, si alternano momenti in cui è necessario stare nel bel mezzo di quello che succede, altri in cui è richiesto di sottrarsi per non essere travolti, altri ancora in cui si tratta di andare addirittura altrove. Tutti questi sono i ritmi e i registri di una vita umana; Gesù li attraversa tutti, scorgendo nella loro quotidianità la presenza del Padre.
Dovremmo riappropriarci con urgenza di questa saggezza evangelica: nessuna fuga dalle cose più comuni, quasi fossero “poco adatte” alla trascendenza di Dio, ma capacità di lettura e di discernimento della sua promessa nella storia di tutti i giorni, nelle curvature più nascoste del nostro vivere. A meno di tanto la droga del sensazionalismo non ci farebbe più vedere la bellezza riconoscibile nelle piccole cose, nei piccoli passi avanti, rendendo vuoto e inutile il tempo che scorre, fino alla critica di Giobbe: “non vale la pena vivere, ci si gira e rigira nel letto senza vedere una speranza”.
Gesù è il Signore del quotidiano, non è un sacerdote del tempio, ma un laico che si lascia stupire e formare dalle esperienze umane più comuni: per lui non c’è vangelo che possa risuonare senza la profondità di un affetto o la gioia di un incontro, senza una mano da stringere o un momento di silenzio e di preghiera da vivere con intensità. E ciò che ancora più colpisce è che questa giornata è dipinta con i colori della risurrezione: siamo al tramonto del sole e poi ci ritroviamo in un attimo al mattino presto, come succede per le donne che vanno al sepolcro dopo la morte del Maestro. Come loro, c’è qualcuno che si mette alla ricerca di Gesù, imparando che lo si può riconoscere come il Vivente solo spogliandosi dall’idea di poterlo trattenere per sé.
Risorgere, dunque, non significa fuggire da questo mondo verso un evento sensazionale, ma è l’esperienza di un legame con il Signore che si accende prendendo sul serio la profondità delle cose più ordinarie: affetti, amicizie, una guarigione, silenzio e folla, deserto e città. Il Risorto è lì, affinché ogni più piccolo scampolo della nostra vita possa trovare fiducia e speranza, fossero anche i tratti in apparenza più noiosi e ripetitivi dei nostri giorni.

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