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La Traccia Domenica 14 Luglio

Domenica 14 luglio – 15° del Tempo Ordinario (anno C)

ESERCIZIO DI LETTURA

(Lc. 10, 25-37)

 

 

Non basta saper leggere. E’ necessario saperlo fare nel modo giusto. Gesù chiede al dottore della legge, che in quanto a lettura delle Scritture non era secondo a nessuno, di non pronunciare in qualunque modo il doppio comandamento dell’amore a Dio e al prossimo, come se fosse un vuoto concetto che non cambia il cuore, ma di leggerlo come criterio concreto della propria vita, senza scusanti.

Solo così succede che un libro, un testo, un comandamento, diventano lettera viva, creativa, provocante, in grado di aprire una breccia, una rivelazione, una novità che umanizza.

Per questo motivo Gesù racconta addirittura una parabola, per evitare che l’amore a Dio e al prossimo diventi questione astratta, priva di contenuto. E’ il tocco della carne ferita del fratello lungo la strada che ci fa leggere l’altro non come un nemico, ma come il prossimo da soccorrere, altrimenti perdendo il fratello perderemmo anche Dio. E per recuperare non basterebbe recarsi al tempio tutti i giorni, se poi le relazioni tra di noi non iniziassero prima o poi, da qualche parte, ad avere il gusto della gratuità e della solidarietà.

La carità per il cristiano non è riducibile alla semplice conseguenza pratica di un insegnamento morale, ma è il gesto reale attraverso cui Dio stesso ci viene incontro e si fa percepire nella sua forza singolarissima di umanizzazione.

Ma per fare questo, in memoria di Gesù, ci vogliono buoni e frequenti esercizi di lettura: non basta proclamare il comandamento dell’amore, ma riconoscerne il senso e l’operosità amando in modo pratico, esattamente come il gesto potente del samaritano. “Come leggi?”: solo così la parola scritta di Dio, nata dal vissuto, torna a diventare corpo in noi, criterio di lettura di un’intera esistenza, giocata sulla logica della cura e della dedizione. Se questo non avviene, ci sarebbe solo il posto per vuoti cerimoniali, che ci manterrebbero però analfabeti, incapaci di leggere le tracce del passaggio di Dio nel gesto trasparente dell’amore incondizionato all’altro.

 

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