Altare della Reposizione – Pasqua 2019: così, quest’anno, le nostre comunità vivono insieme il Triduo Pasquale!
BUONO COME IL PANE
“E’ proprio buono come il pane”: un bellissimo complimento, che si dice poche volte, a proposito di una persona sensibile, gustosa, capace di tenerezza profonda, ma che non scade mai nell’ingenuità o nell’infantilismo. Si tratta di una bontà intrisa di saggezza e insieme anche di coraggio che non cede al protagonismo. In questo senso è una frase che richiama fragrante fortezza, fiducia ben riposta, amore passato alla prova della vita reale e delle sue delusioni.
E’ un detto che esprime tutta l’eccedenza umana raccolta in una comune pagnotta: il pane non si spreca, ma si condivide, è alimento prezioso che suscita subito il senso della casa e della fraternità attorno alla tavola. Il pane è cibo umile: indispensabile, ma sempre in qualche modo dietro le quinte, ad accompagnare altri cibi, fin quasi a scomparire. Anche la sua storia è invisibile a chi se lo ritrova in tavola: prima il chicco che cade nella terra, poi il contadino che cura la maturazione, poi il frutto, poi ancora la trasformazione in farina, per giungere alle mani del fornaio, che si alza di notte per accendere il fuoco, impastare, aggiungere lievito e, infine, attende con pazienza, vigilando sulla giusta cottura.
E poi, come dicevano i nostri anziani in montagna, quando si preparano il forno e gli ingredienti per impastare, la quantità deve sempre essere in sovrappiù rispetto al bisogno immediato, perché per una strana legge non scritta, ma tatuata nel profondo del cuore, il pane deve sempre essere regalato a qualcuno e non tenuto soltanto per sé.
E allora si comprende meglio quale peso e quale promessa si nascondano nella frase: “sei buono come il pane!”. Che bella cosa quando a qualcuno, in un mondo che tende ad incattivirsi, si possono ancora rivolgere, con sincerità, queste parole! Non è inutile buonismo, o falso cerimonialismo, ma risorsa profonda di umanizzazione.
Il Risorto, sulla riva, fa una cosa simile: accende un fuoco e cucina pane e pesci. Si mette dentro la storia del pane, fino a identificarsi con esso: umile, semplice, gustoso alimento che sprigiona tutta la sua fragranza in quanto esiste unicamente per essere spezzato, condiviso a favore di tutti. Davvero geniale lo stile del Signore Gesù: nessuno spettacolo assordante e invadente, ma sveglia di buon mattino, legna e fuoco, sudore e lavoro, per fare una sorpresa ai discepoli, potersi trovare già là e precederli, per fare festa con loro.
Da quel momento, grazie a quel cibo, si può imparare a “diventare buoni come il pane”, cioè uomini, semplicemente uomini, per rimanere all’altezza del nostro essere uomini. Dentro e fuori la chiesa, perché il profumo di quelle pagnotte non può essere rinchiuso in una stanza, non può trasformarsi in proprietà privata o privilegio di qualcuno, perché passa attraverso i muri, li scavalca, fino a farsi strada nelle situazioni e nei luoghi più impensati. A meno di tanto il pane ammuffirebbe e risulterebbe inutile sia per chi l’ha preparato, sia per chi avrebbe potuto condividerne la bontà.
Alla comunità cristiana resta il compito di scoprire, proprio oggi, la fragranza di questo pane ben oltre i suoi recinti, sapendo che proprio da lì, in comunione con tutti gli uomini, si può sempre ripartire, ricominciare e risorgere.
Auguri per una felice Pasqua … buona come il pane!