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La Traccia Domenica 8 Aprile

LA TRACCIA – Un pensiero per domenica

Domenica 8 aprile – 2° di Pasqua (anno B)
LE PORTE DEL RISORTO
(Gv. 20, 19-31)

“Non sbattere la porta!”. E’ un rimprovero che abbiamo sentito molte volte, soprattutto durante i primi anni di vita. Perché questa insistenza? Perché preoccuparsi del modo con cui si apre e si chiude una porta? Perché ci dà fastidio quando una porta viene sbattuta malamente? Forse perché la soglia ha qualcosa che ci sfugge, è carica di significato, è gravida di umanità. In effetti, quando si esce sbattendo la porta, c’è qualcosa che non funziona: un litigio, una forte incomprensione, una violenza. La stessa cosa succede quando si sbatte la porta in faccia a qualcuno: è un gesto che manifesta chiusura, distanza, rifiuto, prigionia.
Ebbene sì! Ogni porta ha bisogno di un certo garbo nel saperla maneggiare. Deve essere chiusa con calma, altrimenti sembra che si voglia mandare via qualcuno il più in fretta possibile. Deve essere aperta con delicatezza, per evitare l’invadenza e mettere a proprio agio l’ospite che sta entrando. Dimmi come apri e chiudi le porte e ti dirò chi sei!
Il Risorto, venendo in casa dei discepoli, impauriti e smarriti, non forza le porte, né le sbatte facendo rumore, accampando i sui diritti di vincitore. Possiamo dunque immaginare che sia stato riconosciuto anche grazie al suo modo inconfondibile di entrare in casa: senza invadenza, con semplicità.
E se Tommaso, nella sua faticosa ricerca, si è aperto alla fede, è perché ha trovato una comunità che, sull’esempio di Gesù, non ha chiuso le porte, ma ha saputo aprirsi e ospitare con coraggio la sua domanda. Non solo, ma i discepoli si sono lasciati provocare dal suo stesso interrogativo, imparando proprio da Tommaso la novità operata dal Risorto.
Quante cose ci possiamo perdere anche solo sbattendo la porta, incuranti di un particolare così piccolo, ma che può fare la differenza! Non facendo entrare l’altro con le sue domande, con la sua diversità, o uscendo risentiti dall’esercizio della comunione fraterna, la voce garbata del Risorto che annuncia la pace non è più udibile.
La fede di Tommaso è il risultato sorprendente di tante porte che si sono aperte, grazie al gesto di Gesù, che è Maestro insuperabile anche nel saperle maneggiare con cura.
Non cerchiamo il Vivente tra le nubi del cielo, perché non lo troveremmo! Partiamo da una porta che si apre, molto più vicina a noi. Non finiremo mai di stupirci per ciò che può accadere anche solo tramite il gesto di una mano che, afferrando la maniglia, decide di spingere l’uscio con calma, senza fretta. Con lo stesso garbo del Signore Risorto.

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