Domenica 1 aprile – Pasqua di Risurrezione
LA PIETRA, LE SCRITTURE, LA FRATERNITA’
(Gv 20, 1-9)
L’annuncio della risurrezione di Gesù non ha nulla da spartire con lo stile rumoroso degli eventi sensazionali. Può soltanto risuonare nella discrezione della vita quotidiana. Il Dio cristiano non è un despota che si impone a tutti i costi, ma una voce sottile, che si offre al libero discernimento di chiunque si disponga ad ascoltarla. Lo testimonia la liturgia della veglia pasquale, come quella del mattino di Pasqua.
Sono pochi e semplici i segni che conducono al riconoscimento del Risorto, dopo una morte scandalosa e la dispersione confusa dei discepoli: una pietra pesante rotolata via, l’apertura progressiva all’ascolto delle Scritture, l’esercizio di una fraternità poco per volta ritrovata.
La pietra rotolata via: quante volte non vediamo più un futuro davanti a noi e la vita ci risulta difficile. Eppure ci rimettiamo in piedi grazie a esperienze di gratuità, che ci sollevano con gesti di vicinanza e di comprensione.
L’ascolto delle Scritture: quel libro è lì per noi, da migliaia di anni. Racconta il dialogo, sofferto eppure continuo, tra Dio e l’uomo, perché possa risuonare oggi, in tutta la sua fresca novità.
La fraternità ritrovata: i discepoli e le donne corrono al sepolcro, escono ad annunciare, tornano a radunarsi. Il faticoso lavoro della comunione è il gesto pratico, immediato, tramite cui la luce del Vangelo risplende tra gli uomini.
Il mondo non è risorto, la storia prosegue tra alti e bassi. Eppure da duemila anni, senza tregua, quasi proseguendo la corsa dei discepoli al sepolcro, i cristiani hanno il coraggio di annunciare la risurrezione da morte del Signore Gesù. Senza magie, né soluzioni a buon mercato, ogni volta che si moltiplicano i gesti di gratuità capaci di liberare dalla pesantezza del male, ogni volta che le Scritture risuonano e diventano criterio di vita vissuta, ogni volta che qualcuno, da qualche parte, inizia a praticare la fraternità, il Risorto comincia dal basso a trasformare il mondo.
E’ Pasqua e la chiesa, finalmente spogliata di troppi orpelli e di visibilità mondana, può diventarne la trasparente testimonianza, se diviene luogo di gratuità, di ascolto della Parola, di comunione reale. A passi sciolti, silenziosi, ma decisi.