LA TRACCIA – Un pensiero per domenica
Domenica 22 marzo – 4° di Quaresima (anno A)
UN TOCCO DI SEMPLICITA’
(Gv 9, 1-41)
La semplicità va direttamente al cuore delle cose, senza raggiri. Non è sinonimo di superficialità, ma rivela una saggezza pratica, profonda, umile, che non s’improvvisa. Non ha nulla da spartire con l’ingenuità, anzi: è criterio di decisione, si trasforma in un preciso e consapevole stile di vita, senza drappeggi e sciolto da inutili alchimie.
Non a caso la semplicità vera, per quanto apprezzata, può spesso provocare fastidio, perché mette in discussione, perché porta alla luce le nostre zone d’ombra e i meccanismi di difesa che ci attraversano.
La semplicità è cercata, è desiderata come un bene prezioso, eppure è una faticosa avventura, fa anche paura, perché ti mette con le spalle al muro, nelle condizioni di saper e poter fare ciò che è immediatamente necessario, togliendoti tutte le scuse a cui ti potresti ancora appellare attraverso i più sofisticati ragionamenti.
E’ la saggia semplicità del gesto di Gesù che produce, da un lato, la gioia riconoscente del cieco guarito, ma, dall’altra, l’incomprensione dei discepoli, il risentimento delle autorità religiose, i dubbi dei genitori. Che senso ha tutto questo? Perché simili chiusure di fronte ad un gesto di riscatto e di liberazione? Forse perché, con un gioco di parole, manca semplicemente un po’ di semplicità!
E una società senza questo tipo di saggezza mortifica il desiderio dell’altro, invece di sostenerlo, guidarlo, incoraggiarlo, condurlo verso un futuro possibile. Tende a cadere con facilità nella violenza dettata dal legalismo e dall’invidia, nelle zone ombrose che costringono alla costruzione mentale delle più svariate complicazioni interiori pur di non venire mai alla luce.
Lo stile di Gesù è provocante proprio perché è semplice, perché ti mette a nudo, sciogliendo ogni difesa. Può dare fastidio, può in effetti trasformarsi in giudizio; ma se ti ci tuffi dentro con semplice umiltà ti risulterà di una libertà senza misura, tocco che sa guarire gli occhi dalla schiavitù dell’invidia e del risentimento.
Grande dono, dunque, è quello della saggia semplicità, da chiedere con insistenza ogni giorno. In queste settimane difficili, in cui siamo di continuo a tu per tu con la nostra interiorità, facciamo questo personale esercizio spirituale di liberazione dalle zone d’ombra in cui si annida in noi una qualche forma di violenza nascosta, apparentemente invincibile quando cediamo con ingenuità al suo fascino, ma così debole e insignificante ogni volta che con un gesto semplice e coraggioso ci scrolliamo di dosso il cieco rancore e la durezza di cuore che le danno alimento!