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La Traccia – Mercoledì delle Ceneri

Mercoledì delle Ceneri
(Mt 6,1-6.16-18)

PER UNA QUARESIMA “A PORTATA DI MANO” (E NON DI STREAMING)

In questi giorni abbiamo imparato a lavarci più spesso le mani, non per usarle di meno, ma di più e meglio. Sarebbe ambiguo, oltre che disumano, ogni atto di pulizia che nascondesse una forma di disprezzo o di distanza nei confronti dell’altro. A differenza di Pilato, dunque, purificarsi le mani vuol dire riconoscere ciò che di prezioso può passare attraverso questo arto fondamentale del nostro corpo.
I tre esercizi quaresimali del digiuno, della preghiera e dell’elemosina passano sempre tramite la visibilità delle mani. Certo, il Padre “vede nel segreto”, ma questa espressione, meglio traducibile come “colui che vede per proteggere”, non può essere fraintesa in senso intimistico. E’ necessario invece custodire la saggia corporeità dei gesti affinchè sia sempre salvata dalla spettacolarizzazione. Sono esercizi “a portata di mano”, dunque, perchè si tratta di mani laboriose e non oziose e perchè sono sempre possibili, in ogni situazione e in ogni luogo.
Il primo è il digiuno: invece di arraffare tutto per se, è necessario mettere un limite alle mani, per riconoscere che ce ne sono altre oltre le proprie, da stringere con fiducia per allearsi nel dare a ciascuno cibo e cura.
Il secondo è la preghiera: invocare chiede sempre di rivolgere braccia e mani verso altro e oltre noi, per sciogliersi dalle difese e imparare che si è uomini quando non si ha timore di avere bisogno di sentirsi amati e aiutati.
Il terzo è la carità: il termine “elemosina” ha a che fare con la misericordia e significa allargare le mani per usare perdono verso l’altro, portandolo con delicatezza sul palmo delle mani, come Dio stesso fa con noi.
Non esiste relazione con il Signore Gesù che non passi, per tutti, attraverso la profondità concreta della corporeità, a cui non può supplire, anche nella liturgia, alcuna diretta streaming. Piuttosto, quando le circostanze ci impongono un digiuno celebrativo, è più educativo stare nella mancanza, riattivare un’attesa, riscoprendo che la stessa ritualità è così parte di noi, del nostro comune stare al mondo, da iniziare ad agire già nel modo con cui usiamo le nostre mani, lavandole non perchè abbiamo paura degli altri, ma perchè siano più pronte ad ospitare il tocco reale dell’umanità di Dio tra noi: stringendo altre mani, liberandosi verso l’altro, portando i fratelli non solo nel cuore o su uno schermo piatto, ma sul proprio palmo.
Buon lavaggio, dunque, per essere più e non meno in relazione, in un tempo di Quaresima a portata di mano. E, possibilmente, non di streaming!

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