LA TRACCIA – Un pensiero per domenica
Domenica 3 novembre – 31° del Tempo Ordinario (anno C)
IL POTERE DI MUOVERSI
(Lc. 19, 1-10)
L’incontro sorprendente tra Gesù e Zaccheo è reso possibile dal potere di muoversi. Da un lato, la corsa del pubblicano e la sua agile salita sull’albero rivelano il movimento come luogo del desiderio, di un’attesa che spinge in avanti, che fa uscire, che rende coraggiosi. Dall’altro, è il Figlio stesso di Dio a manifestarsi come verità proprio in quanto cammina e sa camminare bene. Attraversa la città, sa come muoversi tra le strade e le piazze, conosce l’ambiguità delle folle ed è abituato ad avere occhi che scrutano un unico volto in mezzo a tanti altri, intuendone le domande e le fatiche nascosta.
Non solo, ma il movimento di Gesù si fa veloce, deciso, urgente, man mano che la porta della casa di Zaccheo si avvicina: “oggi devo camminare verso casa tua”.
E’ il caso di dire che Gesù ci sa fare, si muove in modo disinvolto dentro il ritmo quotidiano di una città, di una strada e di una casa.
L’incontro che cambia una vita, in effetti, è sempre l’esperienza di corpi e di sguardi che si muovono, che non si bloccano sulla paura e sul sospetto, fino ad avere il coraggio di condividere la tavola e di attivare un altro movimento, quello della giustizia, che è il segno reale della presenza di Dio propriamente biblica: “Se ho rubato, restituisco!”.
E’ la folla mormorante che crea posti di blocco, muri inaccessibili, barricate disumane. Gesù, con potente scioltezza, si smarca da tutto questo, attraversa a schiena diritta e con lo sguardo in avanti la nullità di quel vuoto gruppo di gente: c’è una persona da incontrare, da riabilitare alla sua capacità di muoversi e di ritrovare la dignità perduta. In questa forte postura di Gesù si raccoglie tutta la promessa di Dio, che si riconosce là dove qualcuno è rimesso nelle condizioni di riprendersi in mano la vita e di risollevare la testa.
La chiesa esiste per questo: non certo per essere un insieme di gente che mormora, capace soltanto di bloccare ogni cosa pur di non camminare, ma per diventare luogo ospitale, di casa, in cui possa risuonare, come per Zaccheo, il lieto annuncio della camminata sciolta, decisa, aggraziata di Gesù, in grado di riconsegnare a ciascuno il proprio potere di muoversi. A dispetto di ogni maligna mormorazione.