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La Traccia Domenica 3 Marzo

LA TRACCIA – Un pensiero per domenica

Domenica 3 marzo – 8° del Tempo Ordinario (anno C)
LA TRAVE E LA PAGLIUZZA
(Lc 6, 39-45)

Quando ci entra qualcosa nell’occhio non vediamo più niente: fosse anche un minuscolo moscerino, ci sembra una trave. E’ in quel momento che ci si accorge di quanto sia fondamentale la mano delicata e sicura di chi sta vicino, in grado di togliere il corpo estraneo che impedisce la vista.
Fidarsi dell’altro significa lasciare che sia la sua presenza a riportare la trave alle giuste proporzioni di una pagliuzza, evitando che un problema, affrontato in solitudine, si trasformi in un ostacolo insuperabile.
Certo, per fare questo è necessario allenarsi, lavorando di continuo sulla propria interiorità, sul proprio cuore, perché più si custodisce e si coltiva una relazione buona con tutto ciò che ci circonda e più i nostri gesti e le nostre parole tenderanno ad essere buoni e belli, veri e trasparenti. Da un albero cattivo è difficile che nascano frutti buoni e, viceversa, è difficile che da un albero buono nascano frutti cattivi. Il vero impegno del discepolo è prendersi cura dell’interiorità, della risonanza che tutte le cose hanno dentro di noi, perché solo così i legami diventano sinceri, la correzione fraterna non scade nella condanna o nella facile denigrazione e il confronto tra di noi non si blocca sull’incomprensione e sulla comoda scappatoia dell’indifferenza.
Essere responsabile del fratello vuol dire saper vedere in modo oggettivo la pagliuzza, perché sia chiamata per nome e tolta con delicatezza. Essere davvero liberi significa maturare l’umiltà di accettare la correzione, senza percepirla subito come un’invadenza o come un giudizio mortificante.
Per questo Gesù insiste sul cuore, perché è lì che alla fine si decide il nostro modo di stare al mondo, senza invidie o rancori che ci rendono inesorabilmente ciechi.
Non c’è libertà più grande di quella che assapori quando impari ad avere piena fiducia nelle mani che ti tolgono la pagliuzza dall’occhio, scoprendo così che non era una trave insuperabile. E non c’è gioia più profonda di quando riesci ad avere occhi così allenati da riuscire a fare altrettanto con la pagliuzza del tuo fratello.
Il vangelo passa tra noi sempre nello spazio discreto di queste piccole cose quotidiane. Ma proprio per questo sono i particolari che possono fare la differenza sulle nostre vite e sulle nostre relazioni, perché non siano sterili, ma portino frutti buoni e sovrabbondanti.

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