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La Traccia Domenica 27 Gennaio

LA TRACCIA – Un pensiero per domenica

Domenica 27 gennaio – 3° del Tempo Ordinario (anno C)
UN LIBRO CHE PRENDE VITA
(Lc 1,1-4; 4,14-21)

I veri libri sono quelli che ci vengono incontro e leggono la nostra vita, incrociando i nostri desideri e svegliandoci al senso di ciò che stiamo vivendo. Siamo noi a leggerli, ma in realtà sono loro che leggono noi, donandoci ossigeno, ampio respiro, profondità di vedute, apertura di mondo nuovi, spesso inesplorati.
E’ così che succede a Gesù nella sinagoga di Nazaret, quando si alza a leggere il rotolo del profeta Isaia. Quali sono le parole che prendono corpo in lui, fino a compiersi in modo definitivo grazie alla sua presenza? E’ un annuncio lieto, che racconta come nei più piccoli gesti di cura, di guarigione, di vicinanza fraterna si fa strada una promessa che sostiene la fiducia, che rivela ancora una volta la possibilità di non soccombere al male, di non lasciare l’ultima parola a ciò che tende a mortificare la nostra umanità.
Il Figlio di Dio si lascia coinvolgere da quelle parole, vi legge il suo stesso desiderio, il sogno buono del Padre, più grande di ogni smentita perché riconoscibile sempre, ogni volta da capo, nei gesti e nelle opere più piccole di liberazione dal male. E quando riconosci e accogli un annuncio che ti riguarda, che comincia a diventare realizzabile davanti ai tuoi stessi occhi, non torni più indietro, ci metti la faccia, diventi così permeabile da diventarne il racconto vivente, a favore di tutti.
La lettura di un testo ha messo in movimento il cuore ardente di Gesù; l’evangelista Luca, a sua volta, è stato spinto da quell’avvenimento così vicino e promettente a scriverne un resoconto per tutte le generazioni che verranno. E noi che oggi leggiamo possiamo in questo modo essere letti nel più profondo di noi, in ogni tempo, dalla narrazione dell’intera vita di Gesù, che ha fatto di quell’annuncio di liberazione, già presente prima di lui, il senso pieno di tutta la sua esistenza, fino in fondo e fino alla fine.
Apriamo i vangeli, lasciamo che questi testi, composti a servizio della nostra fede, continuino a fare breccia e a diventare vivi in noi! E’ grazie a quel lettore così unico di Nazaret che anche per noi diviene possibile leggere la nostra vita quotidiana nella linea della fiducia e dell’amore, nella prospettiva ampia della fraternità e dell’ospitalità. Possiamo essere messi alla prova mille volte su queste cose, ma fino a quando i vangeli e tutte le Scritture saranno lettera viva per qualcuno, l’annuncio di Isaia compiuto da Gesù continuerà a farsi corpo in noi, suscitando la molteplicità dei carismi e la ricchezza delle differenze.
E forse il cristianesimo tornerà, in modo inedito, a risuonare oggi nella sua imperdibile lieta notizia, come è accaduto allora nella sinagoga di Nazaret.

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