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La traccia domenica 9 Dicembre

LA TRACCIA – Un pensiero per domenica

Domenica 9 dicembre – 2° di Avvento (anno C)
UN ANNUNCIO DIFFICILE
(Lc 3, 1-6)

Abbiamo sempre meno tempo per le cose difficili, non immediate. Tutto deve essere semplificato, alleggerito, velocizzato. La fatica rischia di diventare il tabù per eccellenza, che non si può e non si deve pronunciare.
Ma la vita reale non nasce e non si moltiplica senza lotta, senza attrito, senza resistenza. Nascere è l’esperienza continua di un passaggio faticoso, che porta con sé cambiamento dello sguardo, affinamento dei sensi, maturazione progressiva, scioltezza della mente, allargamento del cuore.
Questa è la via di Dio: come sottolinea Luca nel suo vangelo, nessun compromesso con i potenti del tempo, ma spiazzamento di una Parola che scende nel deserto, tramite un uomo di cui si conosce poco o nulla. E’ un annuncio difficile, un cambio di prospettiva acerbo, perché non sceglie strade più convenienti o rassicuranti, ma decide di farsi spazio senza mettersi al riparo dall’itinerario faticoso proprio della vita di tutti.
Per cogliere la Parola che emerge dal deserto è necessario spogliarsi di ruoli e di schemi precostituiti, per tornare a credere in ciò che non è prevedibile, per riscoprire la saggezza umana di non voler sapere tutto dell’altro con invadenza, ma di rispettarlo nella sua profondità non padroneggiabile.
Dei potenti si sapeva tutto, come succede oggi per le persone famose o i vip di turno, ma questo non significa incontrarli, avere a che fare con loro. Viceversa, dei tanti anonimi simili a Giovanni Battista, oggi come allora si sa molto poco, ma alla fine sono le persone vere, quelle della porta accanto che si incontrano davvero. Sono questi i legami per i quali non si dovrebbe avere bisogno di voler sapere tutto con morbosità, perché si percepisce che l’unica cosa necessaria è la fiducia reciproca.
E’ una lezione difficile, presi come siamo dalla semplificazione di tutte le cose. Per ricominciare dal deserto e lasciarsi coinvolgere dallo stile di Dio ci vuole tempo, sudore, paziente esercizio quotidiano. Ma proprio da qui egli intende prendere le mosse e i germogli silenziosamente iniziano a muoversi. Tutto il resto è corsa al sensazionale, è il tentativo maldestro di riempire con mezzi di fortuna un vuoto di umanità che non può essere colmato da surrogati di bassa lega, o da notizie di gossip che riempiono per un istante la scena lasciandoci come prima.
Attorno a Giovanni, nel deserto, si muove davvero qualcosa di nuovo, se non altro per il fatto che ciò che si manifesta non è immediato e richiede impegno continuo e appassionato. Oggi come allora, però, è necessario avere occhi e cuore per potercene accorgere. A meno di tanto anche l’annuncio liberante del profeta cadrebbe inesorabilmente nel vuoto.

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