LA TRACCIA – Un pensiero per domenica
Domenica 11 novembre – 32° del Tempo Ordinario (anno B)
SENZA MASCHERE!
(Mc 12, 38-44)
Ci si può mascherare, ci si può travestire, si possono anche condurre doppie vite, ma prima o poi la temperatura del nostro cuore viene a galla. Se dentro siamo vuoti, non bastano vestiti e cerimonie, applausi e consenso, per nascondere la mancanza di umanità.
La vedova al tempio rivela questo segreto fondamentale: nel gesto che compie non ci sono maschere, ma c’è tutto il suo cuore, tutta la sua vita, con trasparenza e coraggio. Anche lei, come tutti, avrà avuto i suoi limiti e i suoi difetti, le sue mancanze e le sue ferite con cui fare i conti, ma ciò che fa la differenza è la sua libertà di spirito, la disarmante semplicità con la quale viene allo scoperto, circondata da un ambiente pieno di falsità e di ipocrisia.
Gesù si accorge della donna, non degli altri. Il suo animo sussulta per lo stile silenzioso, autentico della vedova e non certo per le lunghe vesti e le doppiezze degli altri.
Prima o poi, presto o tardi, la verità viene alla luce. E allora che cosa conta davvero nella vita? Ricercare successo e potere? Attorcigliarsi nell’arrivismo che intristisce? Ma se poi alla fine non sai neppure metterci il cuore nelle cose che fai, se non hai più nulla di bello e di profondo in te, a cosa serve tutto il resto?
Grazie allo sguardo di Gesù, il gesto di quella donna è rimasto vivo, tatuato per sempre nella memoria, a testimonianza per tutti coloro che sarebbero venuti dopo di lei, per non cadere nell’aridità e nel vuoto interiore.
Meno maschere, dunque, meno lunghe vesti e più vita vera, reale, concreta! Anche se può darci fastidio, verremo alla luce per ciò che siamo, con i nostri limiti e le nostre fragilità, ma almeno su queste cose possiamo lavorare con verità, metterci in movimento con scioltezza, migliorarci in umanità con serena franchezza.
Chi invece si è già messo al riparo da questa avventura, sotto molteplici travestimenti di fortuna, ha scelto la sterilità, ha imboccato un inesorabile vicolo cieco, a differenza della vedova, che ha rimesso tutto in gioco uscendo con fiducia allo scoperto.