LA TRACCIA – Un pensiero per domenica
Domenica 6 maggio – 6° del Tempo Ordinario (anno B)
TRE BELLE NOTIZIE
(Gv 15, 9-17)
Ad amare si impara, spesso con molta fatica. È vero che il modo comune di pensare ci ha abituati a credere che l’amore sia qualcosa di immediato, spontaneo, leggero, senza alcun bisogno di formazione, di educazione, di profondità. Eppure, se siamo onesti con noi stessi e con gli altri, la prima cosa che dovremmo dire è: non sono capace di amare, ma lo posso imparare vivendo.
Il vangelo ci consegna alcuni criteri per rimanere con fiducia nell’esercizio quotidiano che l’amore esige. L’amore non inizia con te, ma ti precede; l’amore vero è fonte di gioia perché è senza ritorno; l’amore umano non è generico, ma concreto.
Prima bella notizia: l’amore non inizia con te! Se siamo qui è perché altri ci hanno voluto bene per primi. Non dipende tutto da te: fai memoria di chi ti ha amato e, in ogni caso, non dimenticarti che nei gesti d’amore ricevuti hai già toccato con mano che non sei solo, che anche quando ti è difficile amare, nessuno può toglierti la sorgente di amore che ti precede sempre, che ti apre la strada. Per Gesù questa fonte è il Padre, dentro cui rimanere per potere dare la vita.
Seconda bella notizia: ci può essere un amore senza ritorno! Ciò che Gesù attinge dal Padre non torna a lui, ma vivifica noi e la nostra gioia. Per questo il suo comando non è: adoratemi, ma: amatevi! Nella società del puro scambio commerciale e consumistico, risuona una voce che ci ricorda la dedizione senza ritorno, senza altra attesa che non sia il bene e la felicità dell’altro.
Terza bella notizia: l’amore possibile è quello concreto. Voler amare tutti, fosse anche per zelo, vuol dire non saper amare nessuno. Per Gesù l’amore più grande è dare la vita per gli amici, per il prossimo, per chi si presenta in carne ed ossa davanti a me. Per lui quegli amici siamo noi, ciascuno di noi, da amare in modo singolare, uno per uno, con i nostri volti e con le nostre storie. Voler amare il mondo intero sarebbe un delirio di onnipotenza; rimanere ogni giorno in un rapporto di amore e di amicizia con qualcuno, nella salute e nella malattia, nella buona e nella cattiva sorte, vuol dire dare corpo all’amore, nella responsabilità che ne consegue.
Ad amare si impara e la più grande umiltà è saperlo riconoscere. Nell’amore puoi rimanere, come un cammino che prosegue, che si affina, che chiede fiducia, fedeltà, continuità, desiderio di perdono reciproco. Ricordati di queste tre belle notizie: c’è un amore che ti precede, coglilo! C’è un amore senza ritorno, liberalo in te e negli altri! C’è un amore concreto, vicino, adatto a te, vivilo verso il tuo fratello che ti sta accanto, senza andare troppo lontano!